Counselling filosofico
Non uscire fuori, torna in te stesso: è nell’uomo interiore che abita la verità. E se avrai trovato mutabile la tua natura, trascendi anche te stesso. Ma ricordati, quando ti trascendi, che trascendi un’anima che ragiona. Dirigiti dunque laddove viene accesa la luce stessa della ragione. E dove perviene chi ragiona correttamente se non alla verità? (Agostino d’Ippona)
L’uomo è figlio del suo tempo. Tempo che porta con sé il suo carico di gioie e di sofferenze. Per quest’uomo e questa donna, che accusano disagi e sofferenze che, seppur dolorosi, non sono categorizzabili in patologia, è l’attività del consulente filosofico che può agire come pratica adatta alle loro necessità. Perché sono quei naturali disagi che nascono dai perché della vita, dalle incertezze, dalle delusioni, dai dolori e dalle insoddisfazioni della vita quotidiana: quei perché che sono da sempre oggetto della riflessione filosofica.
In questa dimensione, si muove il consulente filosofo: che non fa terapia, non cura il malato ma si prende cura dell’uomo, attraverso un dialogo alla pari in cui va incontro alla persona per accompagnarla nella riflessione, per aprirla ad altri punti di vista e per ri – avviare il suo ragionamento bloccato dal dolore.
La filosofia pratica non considera il disagio emotivo come una malattia, ma come mal – essere che ha una sua specifica risposta ad una domanda ben posta.
La formazione del consulente filosofico comprende lo studio di diverse modalità di intervento tra le quali selezionerà la più indicata al cliente, in funzione dei suoi bisogni. Laddove il caso richieda un intervento specialistico di tipo medico, psicologico, psicoterapico o psichiatrico, il consulente ha le conoscenze tecniche per direzionare il cliente al professionista di competenza.